Sanità e valutazione delle performance 2024: Bolzano ospita l’evento del Network delle Regioni, coordinato dal Laboratorio MeS dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

Presentati i risultati delle performance dei servizi sanitari delle Province Autonome di Trento e Bolzano, di sette Regioni (Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto) e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma. Individuati i punti di forza e di debolezza relativi alle sfide di sistema (sostenibilità economica, politiche del personale e trasformazione digitale), alle sfide demografiche (invecchiamento e denatalità) e alle performance territoriali
• Tutti i risultati sono disponibili online sul portale: www.performance.santannapisa.it
• L’accesso ai dati è libero, previa registrazione automatica
Valutare la performance dei servizi sanitari di regioni, aziende e distretti e presentare i dati del 2024: questo il tema al centro del dibattito nell’evento del Network delle Regioni, ospitato dalla Provincia Autonoma di Bolzano e coordinato dal Laboratorio MeS Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Il Network delle Regioni, nato nel 2008 con l’obiettivo di promuovere una cultura del confronto e del miglioramento reciproco attraverso il benchmarking sistematico, si fonda su un approccio collaborativo e volontario, ad oggi annovera le due Province Autonome di Trento e Bolzano e sette Regioni italiane (Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto e Lombardia) e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma.
“Quest’anno, a partire da oltre 200 indicatori analizzati, abbiamo proposto tre grandi ambiti di riflessione - ha dichiarato la prof.ssa Milena Vainieri, responsabile scientifica del sistema di valutazione della performance del Network e direttrice del Laboratorio Management e Sanità (MeS) dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “La prima riflessione riguarda le sfide di sistema: sostenibilità economica, politiche del personale e trasformazione digitale. La seconda affronta le sfide demografiche, come l’invecchiamento e la denatalità, rileggendo gli indicatori del percorso materno-infantile e proponendo una nuova sintesi sul percorso “anziani e fragilità”. La terza riflessione è dedicata al ruolo dei distretti nel governo della performance territoriale, contribuendo al dibattito sull’implementazione della riforma dell’assistenza territoriale”.
Dopo i saluti istituzionali da parte dell’Assessore alla Salute della Provincia Autonoma di Bolzano, Hubert Messner, e della Prof.ssa Sabina Nuti già rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna e fondatrice del laboratorio Management e Sanità, sono stati illustrati i principali risultati da parte delle ricercatrici e dei ricercatori del laboratorio management e sanità.
Le sfide di sistema: maggiore efficienza rispetto agli anni passati
Relativamente alle sfide di sistema, in ambito ospedaliero, si osserva una maggiore efficienza: il costo medio per punto DRG (ovvero il costo per ricovero a parità di tipologia) si riduce da circa 7.000 euro a 6.640 euro nelle Regioni del Network. Tuttavia, aumenta la spesa sanitaria pro-capite sostenuta dal pubblico (+6% in media) e cresce anche la spesa direttamente a carico delle famiglie, indicando una crescente pressione sulla sostenibilità economica del sistema. Sul fronte delle politiche del personale, si registrano segnali positivi: cala la percentuale di assenza del personale (anche se con forti differenze territoriali: si va dal 9,56% della P.A. di Bolzano al 16,38% dell’Umbria). Migliora inoltre l’equità di genere nell’accesso a ruoli apicali, anche se solo alcune aziende raggiungono un equilibrio soddisfacente. Per quanto riguarda la sanità digitale, nonostante i consistenti investimenti degli ultimi anni, persistono forti disomogeneità nell’implementazione dei servizi tra Regioni. Un’indagine sulla popolazione over 45 mostra che i servizi di prenotazione online sono conosciuti e utilizzati da circa metà della popolazione (con variazioni dal 51% al 74%), mentre l’accesso ai propri dati sanitari digitali resta più limitato (dal 35% al 69%), segno di un’adozione ancora disomogenea.
Le sfide demografiche: denatalità e invecchiamento della popolazione
L’analisi delle sfide ha volto lo sguardo sulle sfide demografiche di natalità e invecchiamento della popolazione proponendo riflessioni su come leggere i dati del percorso materno-infantile alla luce situazione di natalità e fertilità in Italia. L’età media delle donne italiane al primo figlio è la più alta in Europa e il tasso di fertilità è tra i più bassi tra i paesi europei. Ciò fa sì che le donne nullipare abbiano mediamente un’età più elevata rispetto agli altri paesi europei. Di conseguenza, l’obiettivo del 15% fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il tasso di cesarei depurato dalle principali cause che possono generalmente portare a un cesareo (donne nullipare, a termine di gravidanza, con gravidanza singola e feto in presentazione di vertice) potrebbe essere più difficilmente raggiungibile dalle regioni italiane. Attualmente la forbice per le Regioni del Network varia dal 13,40% della P.A. di Trento al 25,25% della Basilicata. A fianco al calo demografico nelle nascite l’Italia vede anche un sostanziale invecchiamento della popolazione. Per far fronte a questa sfida è stato proposto un nuovo pentagramma che fotografa il percorso anziani e fragilità comprendendo indicatori che vanno dalla prevenzione e promozione alla salute agli esiti dell’assistenza domiciliare e residenziale.
I modelli organizzativi del territorio: la centralità della sanità territoriale
L’ultima sfida riguarda i modelli organizzativi del territorio e in particolare il ruolo dei distretti.
Negli ultimi anni il sistema di valutazione della performance del Network ha esteso l’analisi ai livelli distrettuali, fornendo indicatori e sintesi utili alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale. Sono stati presentati dati sulla variabilità tra distretti, aziende sanitarie e Regioni, utili a comprendere il peso dei diversi livelli di governance. Per esempio, nel tasso di accesso al pronto soccorso – indicatore indiretto dell’efficacia della rete territoriale – circa il 50% della variabilità è attribuibile alle Regioni, il 42% ai distretti. Quando si includono variabili socio-demografiche (densità abitativa, quota stranieri, over 75, reddito), il peso regionale sale al 72%, quello distrettuale scende al 22,6%. Diverso il quadro per il tasso di ospedalizzazione evitabile (BPCO, diabete, scompenso cardiaco): qui il distretto spiega il 60% della variabilità, sottolineando l’importanza della gestione locale della cronicità. Ancora più marcato è il ruolo del distretto nell’attività dei consultori (misurata con il tasso di concepimento tra minorenni), dove spiega l’80% della variabilità. Infine, per il consumo di antidepressivi tra i 18-25 anni, la variabilità è distribuita in modo più equilibrato: 39% a livello regionale, quota simile per i distretti. Questi dati dimostrano che il rafforzamento dei distretti è centrale per la governance della sanità territoriale.
Gli interventi
Nel corso della mattinata sono stati proposti due interventi di approfondimento tematico: il primo sul ruolo del fattore umano in sanità, a cura del Prof. Nicola Bellè, responsabile della Behavioural Insight Unit del laboratorio MeS e il secondo sulle sfide della long-term care e della gestione della non autosufficienza, tenuto dal Prof. Cristiano Gori, professore ordinario di politica sociale all’Università di Trento e promotore del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza. A chiudere la mattinata, la Prof.ssa Milena Vainieri ha guidato una serie di interventi istituzionali che hanno visto il coinvolgimento di rappresentanti di primo piano del panorama sanitario nazionale e regionale: Americo Cicchetti (Esperto del Ministero della salute per l’analisi e la valutazione delle politiche pubbliche e la revisione della spesa), Lucia Lispi (Direttrice dell’Ufficio 6 - Monitoraggio e verifica dei LEA e dei Piani di rientro - del Ministero della Salute), Antonio D’Urso (Direttore del Dipartimento Salute e Politiche Sociali, Provincia Autonoma di Trento), Federico Gelli (Direttore Sanità, Welfare e Coesione Sociale, Regione Toscana), Hubert Messner (Assessore alla Prevenzione Sanitaria e Salute, Provincia Autonoma di Bolzano) Mario Tonina (Assessore alla Salute di Trento). Il tema al centro della discussione si sono concentrate sulle sfide dei sistemi di valutazione della performance nella long term care e nell’ambito dell’integrazione socio-sanitaria.
L’intervento conclusivo del Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna, prof. Nicola Vitiello, ha posto l’accento sulla necessità di ampliare i sistemi di valutazione verso ambiti ancora poco esplorati, come la riabilitazione, e sull’importanza di utilizzare tecnologie già disponibili per trasformare il paradigma della cura.